“I have always imagined that Paradise will be a kind of library.”
― Jorge Luis Borges
La Spina dorsale del Romanzo
Oggi tratteremo un argomento un po’ più “tecnico” e cioè la sub-stratificazione della narrazione o -per dirla con parole più semplici- la struttura a livelli di un’opera di narrativa.
Qualsiasi testo narrativo -e in particolare il romanzo- presenta una costruzione che può essere facilmente scomposta in tre livelli: quello dell’azione, quello dei personaggi e quello del narratore.
Questa scomposizione non solo è utile dal punto di vista della lettura di un romanzo, in quanto ci permette di dividerlo in sequenze, ma secondo me può anche essere utile in fase creativa/correttiva.
La possibilità di dividere il testo in sub-sequenze ci consente, infatti, di seguire lo sviluppo dell’azione e individuare e comprendere i rapporti che esistono fra intreccio e fabula, fra tempo della storia e tempo del racconto, fra personaggi e azioni e ancora fra azioni in primo piano e azioni che si sviluppano nel background.
Ma andiamo con ordine…
Forse, è il caso di fornire una definizione specifica di sequenza narrativa:
porzione di testo dotato di autonomia sintattica e di contenuto, nonostante la presenza di un rapporto costante con tutte le parti del romanzo.
Le sequenze hanno un inizio e una fine ben definiti e la frazione di testo che contengono può essere riassunta con un titolo o una frase specifica.
In base al loro contenuto, possiamo distinguere 4 tipi di sequenza:
- Sequenza narrativa (contiene le azioni; lo sviluppo della storia)
-Sequenza descrittiva (contiene descrizioni di persone, oggetti, luoghi etc…)
-Sequenza dialogica (contiene i dialoghi fra i personaggi)
-Sequenza riflessiva (contiene considerazioni relative a quanto accade nel libro)
Quest’ultima sequenza può essere di due tipi:
● Sequenza riflessiva diretta (esprime le riflessioni dei personaggi della storia)
● Sequenza riflessiva indiretta (esprime le riflessioni dell’autore)
Le sequenze descrittive, dialogiche e riflessive vengono anche dette “statiche” in quanto non “muovono la storia in avanti” la “bloccano”; al contrario, quelle narrative possono essere considerate sequenze dinamiche, in quanto portano avanti l’azione e dunque la storia stessa.
Ciascuna sequenza, indipendentemente dal tipo, può a sua volta essere ridotta in micro-sequenze relative ai singoli aspetti che la compongono, così come più sequenze possono essere raggruppate insieme e andare a costituire una macro-sequenza che può essere formata da sequenze distinte ma appartenenti ad una stessa tipologia, o può essere composita e quindi presentare diverse tipologie sequenziali.
Le sequenze contenute in una macro-sequenza sono legate insieme da rapporti temporali e/o logici e fanno riferimento ad uno stesso tema.
È mia opinione che la divisione in sequenze possa rivelarsi molto utile per gli scrittori, in quanto ci permette di scomporre la narrazione e concentrarci sui singoli aspetti che la compongono, tralasciando i dettagli secondari.
Personalmente -”vaneggiantemente”- trovo che essa sia anche un ottimo strumento in fase di editing, in quanto ci offre la possibilità di verificare l’integrità, la coerenza e la consistenza dell’azione, delle descrizioni e della natura dei personaggi, nonché di analizzare con cura lo sviluppo dell’intreccio, permettendoci di individuare facilmente le incongruenze nel testo, se presenti.
In conclusione della “puntata” di oggi ^_^, andiamo a soffermarci brevemente su un altro aspetto tecnico-strutturale della narrativa…
Ogni opera di narrativa, indipendentemente dalla tipologia (racconto, romanzo, novella…) e dal genere, presenta una struttura con degli elementi ricorrenti, una sorta di “spina dorsale narrativa” se vogliamo.
Questi elementi sono 6 e sono i seguenti:
■ Esposizione (presentazione dei personaggi, dell’ambientazione e della situazione iniziale che può essere differita, è quindi essere presentata dall'autore dopo l’esordio)
■ Esordio (l’accadimento che mette in movimento la storia, cambiando la situazione d’apertura)
■ Mutamenti & Peripezie (quegli avvenimenti che modificano di volta in volta la situazione, spingendo il personaggio a compiere una data azione)
■ Conseguenze ( tutti quegli avvenimenti che fanno seguito ai mutamenti o a determinate azioni compiute dai personaggi e che portano all'aumento della tensione, del conflitto)
■ Climax (momento culminante della tensione narrativa)
■ Scioglimento (la risoluzione della tensione che comporta l’eliminazione di tutti i fattori di turbamento e la ricostituzione di un equilibrio, positivo o negativo).
Va precisato che questa “successione” non deve essere per forza fissa -alcuni autori apportano notevoli variazioni a questo schema- e che esistono testi nei quali lo scrittore volutamente elimina uno o più degli elementi soprastanti.
Si pensi a quelle storie che non presentano alcuno scioglimento finale e lasciano la narrazione in sospeso tanto nei libri, quanto sul grande e piccolo schermo.
Chi ha visto il finale/non finale dei Soprano, sa di cosa sto parlando :P
Per chi fosse interessato ad approfondire, ecco alcuni link:
http://vivalascuola.studenti.it/come-dividere-un-brano-in-sequenze-11963.html
http://blogs.youcanprint.it/struttura-narrativa-libro
Per chi non avesse visto la scena finale dei Soprano e volesse capire di che diavolo sto blaterando...
https://www.youtube.com/watch?v=IqpDxCo2vic
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