SANGUE E OSSA
Sinossi
Il destino della famiglia di Emily è segnato per
sempre quando la donna si sveglia all’improvviso ed esce fuori di casa, spinta
da un pianto che si diffonde nell’ oscurità della notte, poiché un misterioso e
antico essere senza nome si aggira per le strade dell’anonima cittadina,
lasciandosi dietro una scia di sangue e ossa per soddisfare la sua sete
inestinguibile.
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Gli esseri umani non sono che pedine intrappolate nella
ragnatela dei suoi giochi, le loro facce non sono che maschere dietro le quali nascondersi.
Una spirale discendente di grottesca violenza e
sangue in una cruenta novella paranormal black-comedy nella quale il male
potrebbe avere il tuo volto e l’angolo dal quale si osserva il dipanarsi della
storia è quello sprezzante e cinico del cattivo.
***
ESTRATTO
«Ho dimenticato di presentarmi» si scusò la piccola in tono
beffardo, una luce malvagia danzò nei suoi occhi glaciali che non avevano più
nulla di umano.
«Il mio nome è Morte
ora... ma, se t’interessa… prima, tutti mi conoscevano come Shelly» continuò,
leccandosi le dita rosse di sangue.
Emily inorridì e cacciò un altro grido, ma la bimba le
sferrò un calcio saettante, silenziandola.
«No, no!» sentenziò, scuotendo l’indice. «È meglio che non
lo rifai» soggiunse, chinandosi su di lei e afferrandola per le spalle.
«Ti pregò...» la supplicò la donna, sputando sangue a fiotti
dalla bocca tremante.
La bambina la sollevò da terra con una forza che un corpo
piccolo come il suo, in circostanze normali, non avrebbe neppure potuto
contenere e spalancò la bocca; i piccoli dentini decidui avevano lasciato il
posto a due file di candide zanne aguzze, degne di una fiera selvaggia, e
spuntavano fuori dalle labbra e dal volto strappato come tagliole affilate.
La
dentatura adunca, sfavillante di bava, aveva allargato i margini della piccola
bocca, facendosi strada attraverso le guance divelte.
Gli occhi della donna erano sbarrati per il terrore e tutto
il suo corpo continuava a ribellarsi, rifiutando di arrendersi a una fine come
quella.
Le mani della piccola scattarono in avanti e le agguantarono
il collo, piegandolo di lato con uno strattone secco, poi quella che un tempo
era stata una bocca, si posò in prossimità della sua giugulare ed Emily sentì
qualcosa di freddo e bagnato contro la propria pelle.
Riaprì gli occhi e,
in un’immagine nebulosa, vide la lingua della bambina lambire le gocce di
sangue che le rigavano il collo.
La piccola tirò indietro la testa e poi affondò le zanne
taglienti senza sforzo, come rasoi in un panetto di burro, e la donna ebbe la
sensazione che mille schegge di vetro le stessero trapassando la gola; riprese
a lottare, ma le braccia di quella
Cosa
pesavano come sbarre di ferro sulle sue spalle e le impedivano di liberarsi.
Sentì che le forze la stavano abbandonando del tutto, il
battito del suo cuore, fino a quell’istante rapidissimo, cominciò a rallentare;
lanciò un’altra occhiata implorante alla bambina, ma ciò che vide la lasciò
impietrita e gelò il poco sangue che le restava nelle vene: la sua faccia si
stava fondendo in un insieme indistinto, come cera liquefatta.
I piccoli occhi avevano iniziato ad allungarsi,
appiattendosi e dilatandosi e stavano gradualmente perdendo la loro colorazione
azzurra, tingendosi di rosso.
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