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sabato 19 settembre 2015

Vaneggiamenti di una Scribacchina: 8 "Il soffio vitale della Narrativa"


“I find television very educating. Every time somebody turns on the set, I go into the other room and read a book.” 
― Groucho Marx



Il soffio vitale della Narrativa



Come suggerisce il titolo, oggi parleremo di ciò che fa vivere e respirare una storia, ciò che la muove in avanti e ne condizione lo svolgimento, vale a dire I personaggi.

I personaggi sono elementi essenziali della narrazione, indipendentemente dal ruolo che rivestono all'interno di essa -protagonista, eroe, figura di contorno o di secondo piano- essi interagiscono strettamente con il contesto narrativo, e la sua definizione sostanziale e caratteriale può essere ricavata attraverso il contributo del narratore, che ne offre un ritratto, oppure dalle azioni o dalle voci delle figure, compreso il personaggio stesso, che agiscono nella narrazione.

La caratterizzazione basilare del personaggio può essere suggerita già dal nome -in alcuni casi, gli autori fanno uso dei cosiddetti “nomi parlanti”- oppure attraverso alcuni tratti peculiari del suo aspetto fisico o del suo abbigliamento, o ancora da alcuni aspetti del suo comportamento. 

I personaggi classici, intesi come tipi, hanno un’origine che si può fare risalire alla Commedia antica, sia greca che latina; in particolare quest’ultima racchiude in sé quei tipi, quegli archetipi -di derivazione anche greca- di personaggio che sono giunti fino a noi attraverso le opere di autori come Plauto e Terenzio, nelle loro commedie sono indispensabili “lo sciocco”, “l’avaro”, “figlia ritrovata” e il famoso “servo astuto”.

 Una versione ancora più schematica e mono-caratteristica di questi tipi è presente nella Commedia dell’Arte cinquecentesca con le sue maschere, goldoniane e non -Pulcinella, Arlecchino, Colombina, Pierrot… solo per citarne alcune-, ma l’evoluzione della narrativa a portato all'abbandono delle figure semplici e schematizzate per arrivare a caratterizzazioni più complesse. 

Nella letteratura “moderna” -e uso l’aggettivo in termini molto ampi, intendendo le opere degli ultimi tre secoli, seppur con le dovute eccezioni- la narrazione assume un carattere  più elaborato e i personaggi che portano avanti l’azione diventano persone e la loro definizione perde la staticità tipica degli archetipi per assumere una consistenza cangiante e dinamica che si evolve all'interno della narrazione. 

In un buon libro, un libro che valga la pena di leggere, i personaggi -colonne portanti della storia- non sono solo figurine di carta senza profondità, ma sono creature quasi tangibili nel loro realismo, sono persone vicine a noi, persone che possiamo riconoscere e con le quali possiamo identificarci.

In condizioni ottimali, i personaggi sono delineati con accuratezza e studiati con precisione in stretta relazione con tutti gli elementi che contribuiscono a caratterizzarli, a dare loro una personalità ben precisa e un certo spessore psicologo tali da farli vivere e a farli “sembrare vivi” sulla pagina.

Ma che cosa si intenda per caratterizzazione di un personaggio?

Un personaggio è caratterizzato a dovere quando l’autore fornisce al lettore gli elementi necessari per comprenderne la natura e la funzione all'interno della storia.

Quando uno scrittore delinea un dato personaggio lo fa attraverso una serie di aspetti che non solo ci danno la possibilità di capirlo, ma lo contestualizzano; eccone alcuni:

  • Aspetto esteriore
  • Tratti psicologici e personologici
  • Concezione del mondo
  • Posizione/estrazione sociale
  • Background
  • Livello culturale
  • Condizione affettiva (ha/non ha una famiglia/amici/partner)
  • Collocazione ambientale
  • Sogni/Desideri/Paure



Nel corso della narrazione, a seconda dello scopo che si prefigge e dell’effetto che vuole ottenere, l’autore decide di fornire o di omettere certi particolari, certi indizi, relativi alla caratterizzazione del personaggio, in base a come avrà gestito quest’operazione, il lettore si troverà nella posizione di avere un quadro più o meno preciso del personaggio, lo amerà o lo odierà, lo troverà simpatico o antipatico, etc…

L’autore può fornire gli indizi su un personaggio attraverso vari strumenti, ne cito alcuni:

  • Descrizione diretta
  • Infiltrazione nei pensieri del personaggio in questione e/o degli altri personaggi
  • Dialogo
  • Azione
  • Attributi (quei tratti specifici di un dato personaggio che ne rispecchiano una particolare caratteristica sociale, psicologica o ideologica)



Uno dei primi aspetti della caratterizzazione che l’autore presenta è quello della descrizione fisica del personaggio; in un libro scritto bene, tale descrizione non è fine a se stessa e non ha un valore puramente estetico e decorativo, ma al contrario è di solito usata per fornire indizi importanti sul carattere, sulla personalità del personaggio.

Tanto nella realtà, quanto nei libri, il mondo interiore delle persone -e i personaggi ben riusciti, come abbiamo detto, devono essere persone- ha un impatto specifico sul mondo esteriore.

All'interno di un libro  il lettore non sempre ha la possibilità di “vedere direttamente” l’interiorità di un personaggio e molto spesso si fa una certa idea della sua caratterizzazione in base a ciò che è presente all'esterno, un po’ come avviene nella vita vera quando -giusto o sbagliato che sia- appena conosciuta una persona ne prendiamo fortemente in considerazione l’aspetto esteriore per farci un’idea del suo mondo interiore.

Tanto nei libri, quanto nella realtà, a volte basandoci sull'esteriorità ci azzecchiamo, ma molto spesso finiamo con il commettere errori.
All'interno di una narrazione, lo scrittore può creare un parallelo fra mondo esteriore e mondo interiore del personaggio e può farlo emerge nelle descrizioni del suo aspetto fisico e del suo comportamento, nel fare ciò a volte mostra la verità, e altre volte “mente” di proposito al lettore.

Nella narrazione la descrizione esteriore può essere accompagnata da un ritratto psicologico, il lettore si può, infatti trovare davanti indizi su indizi relativi alla personalità e all'interiorità del personaggio, questi a volte possono integrare il profilo iniziale di tale personaggio, mentre altre possono sconvolgerlo del tutto o in parte.

Essendo i personaggi inseriti in un preciso contesto, appare ovvio come esso possa influenzarne il carattere e dunque fornire approfondimenti specifici sulla sua delineazione personologica; l’ambiente sociale presente o passato di un personaggio, infatti, ha necessariamente un ruolo all'interno della sua caratterizzazione in quanto ne può determinarne I processi reattivi e “colorarne” le azioni. 
Il rapporto che il personaggio ha con l’ambiente può essere:
  • positivo (il personaggio è integrato nell'ambiente)
  • negativo (il personaggio si sente rifiutato dall'ambiente ed è a disagio).


Come detto sopra, nel corso della narrazione, un personaggio può subire delle mutazioni sia a livello della condizione sociale sia a livello caratteriale; quando questo avviene ci troviamo di fronte a personaggi dinamici, in caso contrario si parlerà, invece, di personaggi statici.

Facciamo un paio di esempi…

- All'interno de I Promessi Sposi sono dinamici i personaggi di Renzo e Lucia perché cambiano, crescono, si migliorano dal punto di vista caratteriale e sociale, mentre è statico il personaggio di Don Abbondio che non impara nulla e rimane per sempre un “vaso di coccio”.

-In Orgoglio e Pregiudizio -proprio non posso fare a meno di citare la mia amatissima Jane, sorry :P-  Mr Darcy ed Elizabeth, mentre sono statici il personaggio di Mrs. Bennet e quello di Collins.


Quando parliamo di personaggi, non c’è solo la caratterizzazione da tenere presente, ma anche la presentazione e cioè il modo in cui un dato personaggio viene introdotto.

Questa presentazione può essere offerta al lettore “in blocco” con il ritratto diretto o in maniera frammentaria con quello indiretto.

Vediamoli…

  • Ritratto diretto: l’autore si prende una pausa dall'azione e in essa inserisce una descrizione puntuale del personaggio, subito dopo o subito prima di averlo introdotto nella narrazione.
  • Ritratto indiretto: l’autore fornisce indizi in vario modo -come scritto sopra: descrizione, infiltrazione, dialogo e azione- e li dissemina lungo tutto il testo, creando una sorta di puzzle del personaggio che il lettore deve risolvere.



Volendo soffermarci sul concetto di presentazione del personaggio non possiamo esimerci dal descrivere brevemente il rapporto che esiste fra quest’ultima e il Punto di Vista -del quale parleremo approfonditamente in altre uscite della rubrica-; la presentazione può essere, infatti, “fornita” con quattro possibilità:

  1. Il personaggio può essere presentato dal narratore, seguendo il suo punto di vista
  2. Il personaggio può auto-presentarsi in prima persona o attraverso il pensiero, in forma di discorso indiretto libero
  3. Il personaggio può essere presentato da un altro personaggio che lo osserva dal proprio punto di vista.
  4. Il personaggio può essere presentato dialogicamente e in maniera diretta da uno o più personaggi.



Un’altra cosa da tenere conto quando si analizzano i personaggi -e dunque quando si creano- e che sebbene un bravo narratore cerchi di stare alla larga dalle caratterizzazione tipizzate, una cosa è evitare gli archetipi, un’altra è evitare i ruoli. 
Questi ultimi, che non vanno confusi con i tipi schematici, sono una parte molto importante e inevitabile dell’azione e della narrazione. 

Possiamo chiamare il personaggio principale protagonista, invece che eroe se non vogliamo essere troppo convenzionale, ma non possiamo certo scrivere una storia nella quale esso non esista.

Essendo il personaggio colui/colei che porta avanti l’azione esso aldilà della caratterizzazione sociale, psicologica, emotiva e fisica deve necessariamente avere un ruolo nella vicenda narrata.
All'interno della narrativa, i ruoli dei personaggi -così come le loro personalità- non sono necessariamente mono-caratteristici e ben delineata.

Nella vita uno non può essere sempre “l’eroe” o “il cattivo”, e questo vale anche nei libri.

Tuttavia, tanto per vaneggiare, si possono comunque individuare una serie di ruoli tipici della narrativa, sebbene essi siano meno specifici e più complessi di quelli presenti in altre forme letterarie, come ad esempio quelli inerenti la fiaba.

Ecco i ruoli:

  • Protagonista: il personaggio che si trova al centro dell’azione
  • Antagonista il personaggio che si contrappone al protagonista
  • Oggetto: la persona -o la cosa- desiderata/temuta che mette in moto l’azione
  • Aiutante: il personaggio che aiuta il protagonista
  • Avversario: il personaggio che pone ostacoli sul cammino del protagonista, “l’aiutante dell’antagonista”.



Nella creazione, così come nell'analisi, di un personaggio va tenuto presente che esso non si può cogliere nella sua completezza, non si può veramente comprendere, se non in relazione con gli altri personaggi presenti all'interno della narrazione, in particolare con quelli che hanno un ruolo specifico all'interno della fabula e che quindi “muovono” l’azione. 

I personaggi possono, dunque, essere interpretati come insiemi multipli: diadi, triadi o gruppi, chiamati “sistemi dei personaggi” e strutturati in maniera binaria, triangolare, quadrangolare, etc…


Che altro si può dire sui personaggi per farne comprendere l’importanza per il valore complessivo di una storia, se non la cosa più semplice di tutte: uno scrittore può essere bravo, bravissimo anche, e possedere un’idea per una trama eccezione, geniale persino, può avere capacità descrittive addirittura sublimi, ma se i suoi personaggi non sono vivi, se i suoi personaggi sono solo pezzi di carta a due dimensioni, anche la storia più interessante finirà con l’essere morta e non avrà nessun impatto sui lettori.



Alcuni link di approfondimento, per chi fosse interessato...




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