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sabato 12 settembre 2015

Vaneggiamenti di una Scribacchina:7 "Fabula, Intreccio & Co."




“If one cannot enjoy reading a book over and over again, there is no use in reading it at all.”
― Oscar Wilde



 Fabula, Intreccio & Co.

Oggi parleremo di ciò che costituisce il cuore pulsante di ogni narrazione e cioè la storia e il modo in cui essa viene sviluppata.

Una domanda che mi sono sentita rivolgere molto spesso, parlando della struttura del romanzo, è quale sia la differenza fra fabula e intreccio o se essi non siano fondamentalmente due termini intercambiabili.

Comincio con il dire che se da un lato fabula e intreccio sono strettamente connessi, i due termini non sono sinonimi;  nonostante ciò, molti li usano erroneamente, abbinandoli ad una definizione generica che molto spesso coincide con il concetto di “trama” che in realtà si può applicare solo al termine “intreccio”.

Partiamo quindi con il dare una serie di semplici definizioni, giusto per fare un po’ di chiarezza.



  • Fabula= l’insieme degli eventi della storia considerati nella loro successione temporale e secondo un ordine causale (le cose come avvengono)



  • Intreccio= il modo, scelto dall'autore, di presentare e organizzare in racconto quegli stessi eventi (le cose come vengono raccontate; la trama, appunto).


Per quale ragione c’è bisogno di distinguere con tanta precisione questi aspetti?


La risposta più semplice a questa domanda è nonostante entrambi facciano riferimento alla stessa “trama” non sempre si sovrappongono.


Mi spiego meglio…


Non necessariamente il piano della fabula e quello dell’intreccio coincidono: lo scrittore può scegliere, per esempio, di fornire al lettore anticipazioni di scene future o di introdurre flashback per ricostruire avvenimenti cronologicamente anteriori, interrompendo la narrazione “dei fatti”. 

Per farvi un’idea di ciò a cui mi riferisco, vi basterà pensare al romanzo giallo classico, nel quale generalmente l’ordine logico-cronologico dei fatti non è quasi mai rispettato: solo alla fine la ricostruzione di un delitto fa luce sui fatti e sui moventi che l’hanno preceduto.

Se vogliamo proprio essere “formali”, quando parliamo di fabula e intreccio, dobbiamo anche parlare dei motivi che li compongono, questi motivi -aspetti della narrazione- possono essere legati o liberi.


  • Motivi legati= motivi che non possono essere omessi se si vuole far comprendere la trama al lettore




  • Motivi liberi= motivi che possono essere sorvolati o omessi del tutto, senza danno per l’integrità della connessione causale-temporale fra gli accadimenti.


Nella fabula sono importanti solo i “motivi legati”, mentre per l’intreccio acquistano rilievo i “motivi liberi”, come le digressioni, le ricostruzioni e le descrizioni di un ambiente, gli interventi del narratore negli eventi narrati, etc.

Ricapitolando, in un racconto può accadere che gli avvenimenti che costituiscono la trama non vengano narrati nell'ordine cronologico in cui sono accaduti; la scelta di questa tecnica narrativa può avere dietro vari motivi, il più comune è la necessità di sorprendere chi legge, evitando di cadere nella banalità e tenendo alta la tensione e l’attenzione.

Un esempio potrebbe essere il seguente (scusate la morbosità; deformazione professionale ;P):

Il narratore descrive una persona che agonizza in fondo ad una scala, si sofferma sulla descrizione delle sue ferite e sul suo stato d’animo, ma non ci spiega come sia finita lì e al prossimo passaggio riapre la narrazione mostrandoci quella stessa persona in perfetta salute e ben lontana dal ruzzolare giù da una scala, che ne so… magari è seduta su un aereo e beve un Daiquiri (qui chi descrive le scene userebbe la tecnica del “flash-forward”, mostrandoci un accadimento futuro per poi tornare indietro e mostrarci come siamo arrivati lì.
Allo stesso modo, chi scrive può invece trasportarci direttamente in ospedale e farci vedere che la persona si è ripresa dalla caduta ed è nel bel mezzo di una lunga e faticosa terapia per potersi riprendere (in questo caso la tecnica usata sarebbe quella del “flash-back” mediante la quale chi scrive ci offre la possibilità di dare una sbirciata su un evento passato, prima di collocare la narrazione nel presente).

In entrambi i casi, possiamo vedere che il lettore sarà “piacevolmente” confuso e interessato e non avrà la più pallida idea di come diavolo ci sia finita quella persona in fondo alle scale; sul piano formale possiamo vedere come fabula e intreccio esistano in due piani totalmente diversi, sebbene relativi alla stessa storia.
Dedichiamo giusto un momentino a farci un’idea un po’ precisa di alcune definizioni.


  • Flash-back= tecnica mediante la quale il narratore “recupera” eventi precedenti al “presente narrato”; esso può anche essere chiamato “racconto retrospettivo” o analessi (termine di derivazione greca che vuol dire ”ripresa”)
  • Flash-forward=  tecnica mediante la quale il narratore “trasporta” il lettore nel futuro, narrando un qualcosa che deve ancora accadere all'interno della narrazione; si può parlare in questo caso di “anticipazione” o “prolessi”. Queste anticipazioni possono talvolta essere davvero minime e quasi insignificanti che acquistano nuova importanza solo alla fine della storia; in questo caso si parla di foreshadowing (dall’inglese fore=prima e shadow=ombra).


Un flash-back generalmente conduce il lettore al cospetto di un fatto compiuto e quindi presuppone che il narratore abbia compiuto un'ellissi, è cioè che abbia deciso di non divulgare un evento già accaduto al livello della fabula per riservarsi di svelarlo in seguito al livello dell’intreccio.

Detto questo, bisogna precisare che se anche è vero che oramai intreccio e fabula non coincidono quasi mai, questo non è sempre stato vero: le forme narrative più semplici e antiche presentavano spesso una sovrapposizione perfetta fra intreccio e fabula. 


Tornando al presente…


A volte una narrazione è costituita da una combinazione di diversi filoni di azioni che possono essere collegati fra loro in vari modi, seguendo questa o quell'altra tecnica.

Ecco alcuni esempi di questi metodi di intreccio:


  • Concatenazione (procedimento a gradini): l’autore pone l’una accanto all'altra storie diverse legate da qualche aspetto narrativo o dalla presenza di uno stesso personaggio
  • Incastro: Inclusione di una storia all'interno di un’altra che le fa da cornice 
  • Alternanza: tecnica narrativa nella quale chi scrive racconta due storie contemporaneamente in maniera alternativa.


Se da una parte la fabula è molto importante per comprendere di cosa tratti un libro, l’intreccio è praticamente indispensabile per capire come e perché è stato scritto in quanto ci permette di comprendere a quali aspetti della narrazione un autore ha valuto dare maggiore rilievo, quali ha ritenuto di poter sorvolare e, soprattutto, ci dà la possibilità di capire la ragione di queste scelte e in un’ultima analisi ci dà modo di comprendere quale sia il fine del racconto e quali effetti lo scrittore si sia ripromesso di ottenere narrandolo in questo o quel modo.

Siamo quasi alla fine di questa vaneggiante uscita della rubrica, ma manca ancora qualcosa, abbiate pazienza.

Abbiamo parlato di vari aspetti della struttura di una narrazione, ma forse abbiamo tralasciato i più importanti e quelli che troppo spesso si danno per scontati: il tempo e lo spazio.

Quando parliamo di “tempo” in narrativa, dobbiamo necessariamente fare una distinzione quella fra “tempo della storia” e “tempo del racconto”, quest’ultimo è quello che costituisce lo “spazio” della narrazione.

Ma vediamo di essere un po’ più spiccioli e precisi…

L’ordine delle azioni è di fondamentale importanza per la costruzione di un testo narrativo, indipendentemente dal modo nel quale l’intreccio le presenta, quest’ordine logico-cronologico è quello del “tempo della storia” è cioè il periodo nel quale determinate azioni o altri aspetti della narrazione avvengono e il tempo che “coprono”.
 In parole povere, il “tempo della storia” è il tempo reale nel quale sono accaduti i fatti che comporranno la narrazione; ma un dato fatto può avere una lunghissima durata nella realtà ed essere riassunto in poche pagine o addirittura pochi paragrafi all'interno di un libro, mentre avvenimenti d poche ore o giorni possono occupare lo spazio di un’intera narrazione (si pensi alla serie televisiva 24); davanti ad un dato fatto l’autore deve necessariamente operare la scelta di come raccontarlo ed è qui che entra in gioco il “tempo del racconto” e cioè lo spazio (porzione di pagine) che chi scrive sceglie di assegnare a un dato fatto all'interno della narrazione.

Sul piano formale il “tempo della storia” è quello relativo alla fabula, mentre il “tempo del racconto” è quello che fa riferimento all'intreccio.

Il tempo del racconto riveste un ruolo molto importante in narrativa perché è quello che fornisce alla narrazione il suo ritmo, questo perché il fatto di dover raccontare una storia rende necessario il dover effettuare delle variazioni nella sua narrazione che di solito non procede in maniera costante, ma presenta accelerazioni (l’autore può farci saltare giorni o anni in poche righe) e rallentamenti (l’autore può dedicare diversi capitoli a poche ore) e momenti in cui l’azione si ferma del tutto (descrizioni degli ambienti).

Durante una narrazione avremo momenti narrativi precisi che descriveranno un preciso rapporto fra tempo della storia e tempo del racconto, eccoli:


  • Pausa= sul piano del “tempo del racconto” abbiamo la descrizione di un qualcosa che può prendere uno spazio indefinito, mentre sul piano delle azioni e quindi su quello del “tempo della storia” non accade nulla.
  • Narrazione rallentata= mentre nel “tempo della storia” il respiro di un personaggio richiede un millisecondo, nel “tempo del racconto” l’autore può usare pagine e pagine per descriverlo, così come fa quando analizza le emozioni e le sensazioni di un personaggio.
  • Dialogo=  durante le porzioni dialogiche del narrato, il “tempo del racconto” e  il “tempo della storia” si sovrappongono quasi alla perfezione: se all'interno della narrazione un dialogo è descritto in tutte le sue battute, possiamo ragionevolmente  presumere che in tempo reale esso richiederebbe più o meno la stessa quantità di tempo sia per essere letto che per essere messo in atto.
  • Elissi=  qualcosa che è avvenuto sul piano della storia viene completamente omesso dal racconto.
  • Sommario= narrazione riassuntiva di fatti accaduti in archi temporali piuttosto lunghi ai quali nel racconto viene dedicato uno spazio narrativo decisamente breve.


Appare “vaneggiantemente” ovvio che  esistono delle relazioni precise fra tempo della storia e tempo del racconto che ci fanno comprendere se e quando i due tempi si sovrappongono e in che percentuale ciò avviene.


Per chi fosse interessato, ecco alcuni link per approfondire:

https://it.wikipedia.org/wiki/24_(serie_televisiva)

https://it.wikipedia.org/wiki/Fabula

https://it.wikipedia.org/wiki/Trama_(narrativa)

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