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sabato 26 settembre 2015

Vaneggiamenti di una Scribacchina: 9 " I portatori dell'azione Parte Prima, il Protagonista"



  
“Do not read, as children do, to amuse yourself, or like the ambitious, for the purpose of instruction. No, read in order to live.” 
 Gustave Flaubert





I portatori dell'azione Parte Prima,
 il Protagonista



L’uscita di oggi è direttamente collegata alla precedente in quanto rimane ferma al livello dei personaggi, approfondendo uno dei due ruoli principali all'interno di qualsiasi intreccio narrativo.

Nominalmente due personaggi portano avanti l’azione all'interno di ogni storia e cioè il protagonista -del quale parleremo oggi- e l’antagonista -del quale parleremo la prossima volta-, dico nominalmente due perché, ovviamente, ci può essere un co-protagonista, o anche più di uno, e anche gli antagonisti possono essere più d’uno.

I vaneggiamenti di oggi si concentrano, come fa capire il titolo, sul personaggio “buono” per eccellenza, l’eroe -che però può anche essere  l’anti-eroe* della storia-, il protagonista, appunto.

Apriamo una piccolissima parentesi tecnica e prendiamoci un attimo per rispondere ad una domanda.

Che rapporto c’è fra il protagonista e il narratore?

La risposta dipende dalla storia che stiamo leggendo - o scrivendo- e non è una sola.

In linea di massima verrebbe da dire che sì, c’è sempre una relazione tra I due, ma quest’ultima non è mai la medesima, bensì è soggetta a profonde differenze che dipendono essenzialmente dalle tecniche narrative adottate.

Ricordiamo le principali possibilità:

  1. Il/i narratore/i e il/i protagonista/i coincidono perché la narrazione è in prima persona.
  2. Il narratore è onnisciente: sa tutto e vede tutto di tutti i personaggi e non si identifica con nessuno in particolare; rimane esterno.
  3. Il narratore è onnisciente, ma interno: si identifica con tutti i personaggi allo stesso modo.
  4. Il narratore è interno, ma si identifica solo con il/i protagonista/i
  5. Il narratore è onnisciente esterno, ma “segue” solo il protagonista.



È  facile comprendere, da queste cinque opzioni come la risposta alla domanda precedente possa essere complessa; rimane da dire che sì, esiste una stretta relazione fra voce narrante e protagonista e che sì, a volte, i due aspetti della narrazione si sovrappongono.*


Ma andiamo al punto principale della rubrica di oggi: la figura del protagonista.

Eccone la definizione più semplicistica, presa proprio dal
dizionario: il personaggio principale di un'opera narrativa.

Ed eccone una più “tecnica”, se vogliamo, presa da un testo di studio*: il personaggio che si trova al centro dell’azione e la mette in moto o ne è vittima.

Un’altra accezione attribuibile al protagonista è quella di “eroe” -ci teniamo sul maschile solo per semplificare le cose-, ma c’è differenza fra la figura dell’eroe e quella del protagonista?

Chi è l’eroe?

E chi è il protagonista?


Nella letteratura moderna i due significati si sovrappongono, ma non è sempre stato così; facciamo una piccola “capatina” nel mondo dei classici per farci un’idea di cosa sia l’eroe e del perché questo termine venga usato come sinonimo di protagonista.

Nella definizione più classica un eroe è un essere mortale dotato di virtù eccezionali consacrato dopo la morte al rango di divinità e spesso gli eroi sono figli di una divinità e di un mortale.

Nella mitologia e nella letteratura greca, la figura dell’ eroe è di fondamentale importanza: basti pensare ai guerrieri omerici come Achille e Ulisse per farci un’idea dell’impatto che la loro creazione e il loro “sviluppo” ha avuto sulla cultura ellenica in particolare e sulla letteratura di tutto il mondo in generale.

Molti eroi dell'epica hanno un ruolo ben preciso: sono i responsabili della conservazione dell'ordine divino contro  gli sconvolgimenti causati dall'azione dell'uomo, molti altri miti eroici raccontano, invece le gesta sovversive di individui che hanno avuto il merito di scoprire o di inventare qualcosa di utile allo sviluppo tecnico e conoscitivo dell'umanità: si tratta dei cosiddetti miti degli eroi della civiltà, dei quali un esempio nella mitologia greca è Prometeo che sottrasse il fuoco agli dei.

Tuttavia l’eroe non  una figura importante solo nella cultura occidentale di matrice classica, ma anche in altre civiltà e a tutt'oggi rappresenta il punto di unione fra umano e divino.
Giusto per fare un esempio di come questi miti fossero tradotti in altre culture -anche antecedenti- pensiamo all'epopea assiro-babilonese dell’eroe Gilgamesh che si incarica di cercare il segreto per sconfiggere la morte.


Nella narrativa moderna la figura dell'eroe perde le connotazioni divine e veste i panni dell'uomo mortale dotato al massimo grado delle virtù umane; è qui che il concetto di “eroe” e quello di “protagonista moderno” si incontrano e si fondono insieme, ed è a questo punto che l’eroe viene investito da un’ulteriore trasformazione e smette le ultime vestigia della sua aura di perfezione per diventare una persona con pregi, sì, ma anche con una serie ben precisa di difetti; una persona “vera”, in altre parole.



Ma che cos'è rimasto della figura dell’eroe in quella del protagonista?

Che cos’hanno in comune Ulisse* e… Fitzwilliam Darcy* o Thad Beaumont* -eh, sì, sopportatemi, ho proprio un’ossessione per Jane Austen e Stephen King!-?

La risposta, se ci pensate è piuttosto semplice.

Indipendentemente dal background, dal setting, dalla natura delle vicende che vivono e dal genere narrativo del quale le loro storie fanno parte, tutti è tre questi esempi di protagonista  passano attraverso un’odissea a loro modo, un’odissea che li fa partire da un punto e li fa arrivare in un altro nel quale non si sarebbero mai immaginati di giungere; un’odissea che li trasforma dall'interno verso l’esterno e dall'esterno verso l’interno, un “viaggio” che li cambia per sempre e li rende eroi.

Un eroe antico ed uno moderno hanno questo in comune: entrambi compiono un viaggio durante la storia, un viaggio che li mette a dura prova, che testa I confini della loro sopportazione e I limiti delle loro capacità, un viaggio che li  rende per sempre diversi da ciò che erano o forse, che gli permette di comprendersi per davvero per la prima volta nella loro vita.

Giusto per nutrire la mia ossessione austeniana prendiamo ad esempio di quanto scritto sopra queste parole di Elizabeth Bennet*: “Till this moment I never knew myself” (fino a questo momento non avevo mai conosciuto me stessa)


Come dicono Oltre Oceano, I rest my case :P


Ma torniamo ai nostri vaneggiamenti…

Quella del protagonista -eroico e non- è, dunque, una figura estremamente importante in una qualunque narrazione non solo per l’ovvia ragione che la storia che stiamo raccontando/leggendo  è la sua, ma anche perché dalla sua caratterizzazione dipende la riuscita di tutta la narrazione: un romanzo con una trama avvincente e un protagonista piatto e finto non toccherà mai l’animo del lettore, ma rimarrà soltanto questo, una storia.

Al contrario, un protagonista ben delineato, un protagonista ben riuscito, permetterà allo scrittore di raggiungere qualunque obiettivo egli si sia prefisso con i suoi lettori.

Un buon protagonista -accompagnato da ottime caratterizzazioni anche per gli altri personaggi- può rendere una storia “tiepida” interessante per chi legge e questo, perché una buona caratterizzazione rende i personaggi credibili e dà al lettore la possibilità di affezionarsi ad essi e di identificarsi con essi e se questo è vero per tutti i personaggi di un libro, è ancora più vero per il protagonista. 



Per oggi è tutto, non perdetevi i prossimi due appuntamenti della rubrica nei quali parleremo ancora del ruolo del protagonista, questa volta come anti-eroe, e del suo acerrimo nemico: l’antagonista.


*Approfondiremo il protagonista anti-eroe la prossima volta.

*Torneremo sull’argomento in maniera più approfondita in una delle prossime uscite quando, appunto, parleremo specificamente del narratore.

* Nuovo Quattro Colori: Volume Giallo,A. Mariotti/ M.C. Sclafani/ A. Stancanelli, Casa Editrice G. D’Anna, 2000.

*Intendo tanto l’Ulisse classico di Omero, quanto quello moderno di Joice.

*Fitzwilliam Darcy è l’eroe maschile di “Orgoglio e Pregiudizio

*Thad Beaumont è il protgonista de “La metà oscura”.

*Elizabeth Bennet è l’eroina di “Orgoglio e Pregiudizio”.





Per approfondire, ecco alcuni link:













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