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sabato 21 novembre 2015

Vaneggiamenti di una Scribacchina: 15 "Show, don't tell?!"






“Books are a uniquely portable magic.” 

Stephen King

                 
 Show, don't tell?!



Oggi parliamo del vecchio adagio che tutti gli scrittori conoscono -e a volte odiano!-, il famigerato show, don’t tell e cioè: mostra, non raccontare.

Una discussione fra scrittori o anche una rapida ricerca sul web vi mostrerà e racconterà che esiste un vero e proprio scisma di opinioni quando si parla di questo approccio narrativo.

Prima di discuterne la validità, vediamo un po’ di cosa si tratta…

Per farlo vediamo un po’ qual è la differenza fra il mostrare e il raccontare.

Mostrare qualcosa significa mettere in scena una situazione che rivela qualcosa a chi legge, senza prenderlo per mano e direzionarlo verso una certa idea, piuttosto che un’altra.

 Il lettore “assiste” alla scena per come essa si svolge ed è lasciato libero di formarsi una propria idea su quanto sta leggendo.

Raccontare significa inserire del testo delle informazioni precise nelle quali il significato emerge chiaramente dal significante.


In narrativa, il mostrare fa affidamento su alcune tecniche specifiche:

 Scene “filmiche”, quindi visive

Descrizioni delle azioni dei personaggi

 Dialoghi estensivi

Riferimenti sensoriali


Il Raccontare invece consiste nel:

• Descrizione diretta delle caratteristiche di un personaggio mediante l’uso di aggettivi

• Esposizione didascalica degli stati d’animo di un personaggio

 • Appiattimento dei dialoghi



Visto che per comprendere una tecnica di scrittura creativa, niente è come la pratica, facciamo un piccolo esempio…

Vediamo una “scena” raccontata:

Anne era davvero sempre molto triste.


E ora, la stessa scena, ma mostrata:

La stanza era immersa in un buio uniforme.
Era giorno o notte?
Quanto tempo aveva passato stesa lì, senza muoversi, senza neppure dire una parola. 
Anne singhiozzò contro il cuscino, ma dai suoi occhi non uscirono più lacrime. Forse le aveva piante ormai tutte. Poteva sentire la pelle degli zigomi tirarle appena sotto gli occhi, il pianto della scorsa notte le si era seccato sul viso, come era accaduto anche la sera precedente e quella ancora prima.


Sì, lo so: non sono un granché, ma rendono l’idea…

Volete un altro esempio?

Eccone uno tratto dalla pagina dedicata all’argomento su Wikipedia:


Scena raccontata:

Miss Parker era una ficcanaso. Spettegolava sui suoi vicini.


Scena mostrata:

Abbassando le tendine solo un po', Miss Parker poté appena sbirciare attraverso la finestra e vedere il Ford Explorer parcheggiato sulla strada. Occhieggiò per avere una vista migliore dell'uomo che, alto e muscoloso, stava uscendo dall'automobile incamminandosi verso l'ingresso di Miss Jones. L'uomo suonò il campanello. Quando Miss Jones aprì la porta e salutò lo sconosciuto con un abbraccio, Miss Parker spalancò la bocca e corse verso il telefono.
"Charlotte, non mi crederai quando ti dirò quello che ho appena visto!" Miss Parker sbirciò ancora fuori dalla finestra per vedere se l'uomo era ancora nella casa.


La raccomandazione insita nel monito è  piuttosto chiara “mostra cosa accade nella storia, non limitarti a descriverlo.”


Una domanda a questo punto sorge spontanea: è giusto mostrare soltanto, allora?

Si possono veramente prendere alla lettera le parole show, don’t tell?

O, giusto per essere più chiari, si può applicare “puristicamente” e su tutta la linea questa tecnica durante la stesura di un romanzo?

Le risposte a questi interrogativi sono tante quanti sono gli scrittori là fuori, probabilmente.

Essenzialmente se volessimo generalizzare, potremmo dire che ci sono tre voci di pensiero principali.

Ci sono molti scrittori che “spregiano” completamente il raccontare e si affidano unicamente al mostrare.

Ce ne sono molti altri che si indignano davanti a qualsiasi regola stilistica e in particolare davanti a quella della quale stiamo discutendo, in quanto l’arte secondo questa corrente di pensiero non dovrebbe essere limitata in alcun modo, né condizionata.

E infine ci sono quelli che condividono l’idea alla base di questa tecnica, ma solo se usata con moderazione.


Visto che questi sono i miei vaneggiamenti, mi permetto di esprimere il mio parere…

Io sono tra quegli scrittori che fanno parte del terzo gruppo: credo che lo show don’t tell sia utile, ma che non vada applicato rigorosamente e indistintamente all'intero testo di un romanzo. Per me è una raccomandazione da applicare dove possibile e dove necessario, non una regola da seguire religiosamente.

Perché?

Per il bene della storia e dei lettori che dovranno sorbirsela.


Immaginatevi un libro scritto tutto con la tecnica dello show don’t tell…

Sarebbe lunghissimo, il lettore non avrebbe un momento di riposo e soprattutto tutte le varie parti del romanzo, tutte le sue “scene” sarebbero messe allo stesso piano.


Vediamo allora come sarebbe un libro tutto raccontato…

La risposta è semplice. 

Non sarebbe un libro: sarebbe il riassunto di un libro.

Ma perché uno scrittore dovrebbe avere  la necessità di “raccontare” determinate parti della storia, se il racconto è una tecnica così riduttiva e “piatta”?

Per il semplice fatto che non tutte le parti della storia, non tutte le “scene” hanno la stessa importanza. 

Talvolta può accadere che un romanziere inserisca direttamente delle informazioni del testo e le usi come espediente per tirarsi fuori da una scena che sarebbe superfluo mostrare per poter “saltare” direttamente ad un passaggio più significativo della stessa sezione o verso parti più importanti della storia.


Come uscire da quest’impasse, allora?


Una valida risposta -almeno per me e per la mia scrittura- è che la verità sta nel mezzo.


Bisogna sia mostrare che raccontare la storia, solo in questo modo ogni suo aspetto avrà il giusto spazio.

“Mostrando” determinate scene, lo scrittore le rende vivide, ma se lo fa con ogni parte del narrato, le cose che dovrebbero emergere non vengono fuori, senza contare fatto che leggere un libro tutto “mostrato” può rivelarsi davvero molto stancante da leggere visto l’estrema densità del contenuto.

 Uno scrittore dovrebbe dare il giusto rilievo alle scene importanti drammatizzandole, e cioè mostrandole, ma per far sì che il ritmo della narrazione non sia troppo lento e la storia possa progredire in maniera naturale, dovrebbe anche usare la tecnica del raccontare.


Ma come si stabilisce quando è necessario mostrare?

Io sono dell’idea che non possa esistere una risposta univoca.

In linea di massima, chi scrive dovrebbe “mostrare” le cose sulle quali vuole attirare l’attenzione del lettore:

- Dialoghi che fanno emergere un determinato tratto caratteriale di un personaggio o ci svelano i retroscena di una situazione

-momenti di svolta della trama

-momenti chiave perché particolarmente importanti per la crescita di un personaggio o la comprensione di un avvenimento

- scene particolarmente drammatiche


Al contrario, i punti di collegamento fra le scene importanti —come scene di tragitto, o che descrivono il passaggio del tempo, dialoghi di poca importanza—  possono anche essere semplicemente riassunti attraverso il racconto in modo da evitare descrizioni superflue o eccessivamente lunghe.


In conclusione, almeno secondo la mia vaneggiante opinione, l’approccio show, don’t tell va usato con cognizione di causa, sempre tenendo presente che una storia che funziona, è una storia nella quale chi scrive ha usato il giusto equilibrio fra il mostrare e il raccontare.



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