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sabato 15 agosto 2015

Vaneggiamenti di una Scribacchina: 3 "Fiction & Nonfiction, il genere letterario in generale"


“There is no friend as loyal as a book.”
- Ernest Hemingway

                 

 Fiction & Nonfiction, 
il genere letterario in generale


Forse non è necessario dedicare troppa attenzione alla classificazione formale dei generi letterari, considerando che la maggior parte dei lettori e- si spera- degli scrittori la conosce già, tuttavia mi sembrava doveroso spendere qualche parola, visto che, dopotutto, vaneggiante o no, questa è comunque una rubrica di scrittura; fingiamo perciò di essere seri e parliamo un po’ di categorie letterarie.

Prima di cominciare, faccio una piccola precisazione: a me, come a molti altri scrittori, credo, pensare troppo al genere letterario di una data opera non piace poi così tanto, e sono fermamente convinta che la classificazione in generi sia più utili in una fase “critica”, di lettura di un libro che non in fase di scrittura. 

A me, piace “seguire la storia” e lasciarmi trasportare, per dirla un po’ alla Stephen King e non stare troppo a fiscalizzare, ma mi rendo conto della necessità di aver chiaro quanto meno uno schema dei generi letterari, è per questo che siamo qui oggi…

Come sappiamo, un testo non esiste in solitudine in uno spazio isolato, ma fa riferimento al panorama della letteratura, nella quale, in fondo, dovrebbe prendere posto; questo perché una storia, di qualunque tipo essa sia, non è frutto della sola genialità dell’autore - per quanto ci piacerebbe illuderci del contrario- ma nasce e si sviluppa in relazione ad altre opere dello stesso genere, o di generi simili. Questa fitta rete di rapporti letterari permette ai lettori di comprendere dove si colloca una data opera e offre loro la possibilità di cogliere similitudini e differenze, cliché e originalità.

Una definizione precisa di genere letterario -non mia: troverete i riferimenti bibliografici alla fine della rubrica- potrebbe essere la seguente: un raggruppamento di opere omogenee, perché accomunate da una serie di caratteristiche riguardanti le scelte tematiche e stilistiche e le regole di costruzione.

Bisogna, tuttavia specificare che, il tema che si sceglie di trattare all’interno di un’opera non è troppo significativo nella delineazione del genere letterario, in quanto uno stesso tema può figurare in diversi generi letterari - basti pensare a un delitto che può comparire tanto in un romanzo thriller quanto in un drammatico; è facile capire come la differenza di genere, nonostante la consistenza tematica, possa portare la storia in diverse direzioni- quel che essenzialmente caratterizza il testo, è  la relazione presente fra organizzazione tematica e piano formale.

Nelle opere di un dato genere ricorrono una serie di elementi comuni, indipendentemente dal modo in cui l’autore decide di trattarli, chiaramente personale e influenzato dallo stile e dalle sue esperienze. L’intreccio di questi elementi, ci permette di creare l’archetipo, il modello di un dato genere letterario, al quale gli autori fanno riferimento.

Ribadisco che, tale modello non vuole essere un programma con il quale chi scrive deve necessariamente far coincidere la propria opera -dopotutto se lo facesse, non ci sarebbe più nessuna libertà creativa- ma si pone solo come una sorta di linea guida alla quale si dovrebbe fare riferimento durante la stesura per far sì che un dato romanzo presenti “tratti” riconoscibili dai lettori.

Che ci piaccia o no, chi legge deve per forza di cose operare delle classificazioni in base ai propri gusti e dunque far aderire un dato libro a un dato genere, o  almeno ad una combinazione di alcuni di essi; non è, infatti, inusuale trovarsi davanti un’opera che presenta al suo interno un “medley” di elementi tipicamente appartenenti a generi diversi fra loro, sia sul piano tematico che su quello espressivo; è così che, per esempio, nascono generi come il tanto popolare “paranormal romance”, il mash-up o ancora l’horror grottesco, il thriller fantascientifico, soprannaturale o psicologico, solo per citarne alcuni.

Il quadro della classificazione è molto, molto ampio, perciò mi limiterò ad un breve excursus, dopotutto questa vuole essere prima di ogni altra cosa una rubrica di scrittura narrativa -che è quello di cui mi occupo io-, di fiction… 

Lasciamo, per tanto, fuori da queste pagine, tutto ciò che concerne il mondo della scrittura nonfiction; sulla quale, sono sicura, ci saranno là fuori tante altre rubriche o siti interessanti.


A questo punto, una prima macro-distinzione da fare nell’ambito della fiction è quella che segue:

-Narrativa
-Lirica
-Drammatica
-Letteratura tematica


Ecco, invece, uno schema relativo alle “sottocategorie”:





Facciamo una distinzione grossolana fra fiction e nonfiction…

Fiction= tutto ciò che è frutto dell’immaginazione dell’autore, o è rielaborato con la sua fantasia.

Nonfiction= tutto ciò che è “reale” o realmente accaduto ed indicato esplicitamente come tale all’interno del testo…

Quali sono le differenze fra testo letterario e non?

Ne citiamo alcune…

-Scopo
-Linguaggio
-Funzione
-Messaggio
Mondo rappresentato
-Metodo di lettura


Direi che si spiegano abbastanza bene da soli, ma per chi volesse approfondire, ecco un paio di link interessanti:

http://www.criticalreading.com/fictionvnonfiction.htm

http://www.criticalreading.com/fiction.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/Genere_letterario

http://www.studyzone.org/testprep/ela4/a/fictionnonfictionl.cfm



Bibliografia:


“Nuovo Quattro colori- Libro Giallo”, A. Mariotti/ M.C. Sclafani/ A. Stancanelli, Casa Editrice G. D’Anna, 2000.



*Nota, come già accennato, sto scrivendo la rubrica con Scrivener, lo schema riportato sopra è stato, invece, realizzato con Scapple, un'altro simpatico programma, molto utile per "raccogliere le idee" fra le altre cose;parlerò di questi programmi -e di altri- più approfonditamente in future sezioni della rubrica...











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